Danni alle case, rimborsi dimezzati rispetto all’Emilia

Danni alle case, rimborsi dimezzati rispetto all’Emilia

I rimborsi non arriveranno al 100% della spesa e saranno in alcuni casi dimezzati rispetto a quelli dell’Emilia.Scarica la bozza dell’Ordinanza sulla ricostruzione pesante del Commissario Vasco Errani nasconde una sorpresa amara. E spiega benissimo la grande agitazione dei sindaci del cratere che in questi giorni l’hanno ricevuta. Il problema sono i costi parametrici degli interventi, che fissano l’importo massimo del contributo pubblico per la riparazione o la ricostruzione dell’immobile. Errani li ha stabiliti ad un livello molto più basso di quello adottato per il sisma dell’Emilia del 2012. Rispetto al quale sono state tagliate anche le maggiorazioni del contributo ammissibile previste in determinate fattispecie, come per gli edifici di valore storico e culturale.

Un esempio concreto

Per demolire e ricostruire un immobile di 200 metri quadri danneggiato in modo estremo nel Centro Italia l’ordinanza di Errani individua un costo parametrico di 200 mila euro, mentre per lo stesso immobile in Emilia era di 248 mila euro. Per un immobile con danni meno importanti, sempre di 200 metri quadri, oggi si stimano 133 mila euro di rimborso massimo contro i 164 mila dell’Emilia. La differenza dei rimborsi tende a crescere con l’aumento della superficie degli immobili danneggiati.

Il caso limite

Se l’immobile del caso precedente avesse 300 metri quadri di superficie per il sisma Centro Italia verrebbe riconosciuto un rimborso massimo di 164 mila euro, a fronte dei 234 mila ammessi per l’Emilia. La maggior differenza, però, c’è sugli interventi più leggeri, quelli che prevedono esclusivamente il rafforzamento locale. Per una casa di 100 metri quadri in Emilia venivano riconosciuti fino a 80 mila euro, nelle Marche e nel Centro Italia non più di 37 mila. Meno della metà.

Le tabelle

La legge sul terremoto stabilisce il rimborso, fino al 100% delle spese sostenute, del minore tra il costo derivante dal computo metrico del progetto e il costo parametrico fissato dalle tabelle dell’ordinanza, che di fatto diventa il tetto massimo del contributo che può essere concesso.

Ecco le due tabelline allegate alle Ordinanze di ricostruzione. Qui sotto c’è quella del sisma Emilia,

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e qui quella inserita nella bozza dell’Ordinanza di Errani

Come si vede c’è una differenza molto forte. La conferma che l’obiettivo sia quello di risparmiare arriva da un’altra tabella allegata all’Ordinanza, quella sulle maggiorazioni. I costi parametrici vengono infatti aumentati in casi particolari. La maggiorazione per il cantiere “disagiato” questa volta sarà del 5 e non del 10%, per gli edifici di interesse culturale sarà del 30% e non del 40%, per quelli sottoposti a vincolo paesaggistico del 10 e non più del 30%.