Aumentano i rimborsi dello Stato per la riparazione o la ricostruzione delle case colpite dal terremoto. Rispetto alla vecchia bozza, scarica il nuovo testo dell’ordinanza sulla ricostruzione pesante, non ancora definitivo e all’esame della Corte dei Conti, prevede costi parametrici, e quindi tetti massimi di rimborso, generalmente più alti, in alcuni casi in modo sensibile. Forse non siamo ancora ai livelli riconosciuti per il terremoto dell’Emilia del 2012, ma il Commissario Errani, che aveva promesso ai sindaci un ritocco consistente dei parametri, sembra essere stato di parola.
Come si calcola il contributo
Questa qui sotto è la tabella inserita nella seconda bozza, che circola da qualche giorno in rete. I valori sono in euro al metro quadro, e corrispondono al costo parametrico per quel determinato tipo di intervento. Di fatto sono il tetto massimo al rimborso perchè lo Stato ricobosce il minore tra il costo derivante dal computo metrico del progetto privato e, appunto, questo costo parametrico.
Costo parametrico |
Livello operativo L0 |
Livello operativo L1 |
Livello operativo L2 |
Livello operativo L3 |
Livello operativo L4 |
|
Fino a 130 mq. |
400 |
850 |
1100 |
1250 |
1450 |
|
Da 130 a 220 mq. |
330 |
750 |
900 |
1100 |
1250 |
|
Oltre i 220 mq. |
300 |
650 |
800 |
950 |
1100 |
I parametri
Per stabilire misura del contributo e tipo di intervento si tiene conto di due elementi. Lo stato di danno, che va da 1 a 4, e la vulnerabilità, che può essere bassa, significativa o alta a seconda del tipo di edificio, e dalla loro combinazione derivano quattro Livelli operativi, che corrispondono al tipo di intervento da effettuare e determinano la soglia del contributo ammissibile.
Lo Stato di danno 1 è quello uguale o anche inferiore a quello “lieve” definito dalla specifica ordinanza per il rimborso delle riparazioni. Il Danno 2 è tra il lieve e il “grave”, il 3 tra il “grave” e il “gravissimo”, il 4 oltre il “gravissimo”. La definizione di questi stati di danno (grave, gravissimo) è contenuta negli stessi allegati della bozza. Oltre allo stato di danno, l’ordinanza elenca una serie di elementi per identificare la vulnerabilità degli edifici da recuperare. La presenza di una o più “carenze” tra quelle elencate determina un grado “basso”, “significativo” o “alto” di vulnerabilità. Il tutto si combina in questo schema, che determina i Livelli Operativi.
Livelli Operativi
Vulnerabilità | Stato Danno 1 | Stato Danno 2 | Stato Danno 3 | Stato Danno 4 |
---|---|---|---|---|
Bassa | L0 | L1 | L2 | L4 |
Significativa | L0 | L1 | L3 | L4 |
Alta | L0 | L2 | L3 | L4 |
L’ordinanza chiarisce che “I diversi Livelli operativi scaturiscono dalla combinazione dello Stato di Danno, e del Grado di Vulnerabilità. A ciascun livello operativo è associato il costo parametrico, e il tipo di intervento di ricostruzione, di miglioramento sismico o di rafforzamento locale associato alla riparazione dei danni. Il Livello operativo L4 comporta l’esecuzione di interventi di demolizione e ricostruzione o di adeguamento sismico. I Livelli operativi L1, L2 e L3, parimenti, comportano l’esecuzione di interventi di miglioramento sismico nei limiti di sicurezza stabiliti dal Ministero delle Infrastrutture. Il Livello operativo L0 determinato invece sul solo livello di danno di cui all’Allegato 1 dell’ordinanza n.4 del 17 novembre 2016, contempla esclusivamente l’esecuzione di interventi di rafforzamento locale”.
I fattori di maggiorazione
Anche su questo fronte, quello degli incrementi dei costi parametrici legati a determinate condizioni degli edifici, la nuova bozza di ordinanza fa un deciso passo avanti. La maggiorazione dei costi riconosciuta per gli edifici di interesse culturale, fissata nella prima versione del provvedimento al 30%, sale al 40%. Cresce dal 5 al 10% anche la maggiorazione per gli interventi di efficientamento energetico, e dal 5 al 10% l’incremento dei costi riconosciuti per i cantieri “disagiati”. Gli allegati all’ordinanza definiscono, come nella precedente versione, le altre maggiorazioni ammissibili (più 3% per i solai in legno, più 3% per gli infissi esterni in legno, più 10% per la demolizione, ecc. ). In più, viene considerato un incremento dei costi in funzione dell’amplificazione sismica del terreno in cui sorge l’edificio, calcolata con indagini specifiche, che può andare dal 5 al 15%.
La vecchia bozza
Questa è la versione precedente della bozza di ordinanza, che come si vede riconosceva costi più bassi
E questa è, ad ogni buon conto, la tabella relativa al sisma Emilia 2012